lunedì 24 ottobre 2011

una noia frenetica

Caratteristico della vita è il non poter decidere a che velocità farla andare. In questa fase vorrei avere un'accelerazione degli eventi, risolvere delle questioni. Mi trovo invece in un limbo che mi affatica, mi scava dentro.E' come se vedessi un bivio in lontananza ma non riuscissi ancora a leggerne le indicazioni riportate. Senza sapere nemmeno se potrò scegliere effettivamente. Ed intanto trascino il mio corpo, avvicinandomi lentamente, cercando di pensare ad altro, quando in testa ho solo quel bivio all'orizzonte, indecifrabile.

domenica 16 ottobre 2011

gast

Che dire della sensazione che lascia l'aver appena concluso un buon libro? Che poi, dire un "buon libro" è un'espressione del tutto impropria, come se si stesse parlando di una torta, di un caffé. Beh, lascia anzitutto turbamento. Un movimento interiore, più che intellettuale. Getta luci e ombre su degli aspetti di noi stessi che facciamo fatica ad esplorare da soli. Che ramanzina detestabile... Lasciatemi giungere a qualche punto, che sento una qualche furia da sfogare: 1) prendete la scena di eternal sunshine of a spotless mind, quando sono sdraiati sul lastrone di ghiaccio e uno dei due dice la frase più potente e romantica che si possa dire "non vorrei essere in nessun altro posto". è una situazione che mi terrorizza. Credo di aver amato, credo di essere stato amato, ma non abbastanza - forse - da poter dire con tutto/i me/se stesso/i (al 1000%) una frase del genere. Non che si desiderasse di stare da un'altra parte, tutt'altro! Non si tratta di annoiarsi; eppure domandarsi anche solo per un istante se per caso non ci si stia annoiando, ci fa accorgere di un quantum di mancanza di felicità adrenalinica. La sola passione che può condurre ad una convinzione così invincibile. Così, l'idea di avvicinarmi ad una nuova ragazza è accompagnata dal pensiero di non riuscire infine a provare quello che si deve, che mi rende perplesso o mi allontana. Del resto: si deve provare? è quella sensazione solo una costruzione artistico-letteraria? o comunque un'illusione destinata con il tempo a sparire, mentre il rapporto deve essere cementificato dal buon senso? 2)se avessi un reddito assicurato senza lavorare, mi chiedo, sarei anche io preda di un'indolenza devastante come Dino del romanzo La Noia di Moravia? E' questo il libro che ho appena finito di leggere. E' destino che i libri composti da una sola parola mi conquistino: La noia, La nausa, La Fame, Il Laureato (che poi è lo stesso che se ci avessero scritto "la noia"), ecc. Un mio vecchio professore se ne è uscito proprio recentemente con una citazione moraviana che recita: "Ci sono bambini tonti, ottusi, insensibili. Ci sono quelli che sono molto sensibili, ipersensibili. Quelli ipersensibili possono diventare dei disadattati; ma possono anche diventare degli artisti". Si prenda un epilettico eccellente come Dostoevskij! Questo stare in bilico delle vite di tali soggetti ne rende la vita intensa, anche se in un modo del tutto differente da una sua definizione superficiale, che vorrebbe intensa una vita piene di esperienze più o meno mondane. La vita gli scivola addosso, invece, tra l'abitudinario e il nuovo, lasciando un senso di straneamento che conduce continuamente alla domanda: "cos'è tutto ciò? c'è davvero? è assurdo, perché gli altri non se ne accorgono? Perché io sento diversamente?". Quest'ultime due domande generano il cinismo, l'amoralità: ci si percepisce differenti. Infatti si è indifferenti a tutta una serie di circostanze, status, ecc, a cui la norma sociale attribuisce grande importanza e interesse, e tutta l'attenzione è raccolta da aspetti che rimangono pressocché incomunicabili, non codificati, condannando giocoforza ad un isolamento.

venerdì 14 ottobre 2011

Approved

Rassegna stampa critica: Ed 1) http://www.newyorker.com/online/blogs/johncassidy/2011/10/a-nobel-for-freshwater-economics.html e 2) http://www.versobooks.com/blogs/736-slavoj-zizek-at-occupy-wall-street-we-are-not-dreamers-we-are-the-awakening-from-a-dream-which-is-turning-into-a-nightmare e 3) ?

lunedì 10 ottobre 2011

Tornato da un funerale

La persone morte non ci guardano dall'alto dei cieli, non diventano stelle, né niente di questo genere. Perché quando a qualcuno viene a mancare un qualche "affetto" la gente se ne esce sempre con queste idiozie? Se ne stessero zitte, se non hanno nulla da dire. Non si tratta di esser credenti o atei, si tratta di decenza.

sabato 8 ottobre 2011

Perché sono considerato un cretino

Chiamare lo "champagne" "sciampagna" è una di quelle minuscole sciocchezze che mi pongono di buon umore. Anche berlo non guasta.

Social Lab

l'esperimento Belgio ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che nelle nostre società burocratiche i governi sono poco più di una manifestazione di facciata.

wrong turn

Anche io ho una sensazione del genere:
Questo libro, ergo, appare come un buon punto di riferimento.

giovedì 6 ottobre 2011

Thomas Crapper sempre nel mio cuore

Ogni tanto crepa qualche star, ed ecco, stavolta signora con la falce (detta dagli amici Cancro) si è portata via Steve Jobs. Premetto: non ho (avevo) nulla contro Jobs. Per quanto non me ne possa fregare di meno, posso dire che lo trovavo un soggetto interessante, più interessante di molti altri. E' forse anche per questo che trovo così degradante tutto il battage (non saprei chiamarlo altrimenti) che si sta facendo intorno al decesso del povero tizio miliardario. Appena crepa qualcuno di famoso - e Jobs lo era diventato parecchio- comincia la lagna patetica e non-sense di tutta una numerosa schiera di fan, sedicenti stimatori dell'ultim'ora, pendolari a corto di argomenti e qualche passante. Messaggi assurdi come "rimarrai per sempre nei nostri cuori" -dai, ma che roba è?-; "hai cambiato il mondo!", "r.i.p.", ecc. Stavolta se ne sono usciti su con l'espressione allucinante e davvero comica di "l'uomo che sussurrava al futuro", che non posso leggere senza scoppiare in una irrefrenabile risata isterica. Una soggetta in Tv assicurava che grazie all'Iphone , Jobs aveva cambiato la sua vita. Una dichiarazione che non ha bisogno di commenti: se ne deduce immediatamente che la tipa possiede la profondità di una salsiccia di pollo andata a male. Woooo, sì la comunicazione è più veloce, che bello, dai, che favola ragazzi, evviva il futuro! In questo momento non desidero affatto fare del sarcasmo su quelle persone che ritengono progresso l'introduzione di merci tecnologiche che creano dei bisogni -prima inesistenti- che loro stesse sono destinate a soddisfare, e che a dirla tutta hanno l'effetto ultimo di anestetizzare una condizione umana già ampiamente annichilita nel turbinio consumistico quotidiano. Ah-ah. Anf, anf. Volevo invece testimoniare la mia solidarietà a tutti quei poveri stronzi come Jobs che dovranno sopportare, in punto di morte, l'idea che la gente parlerà di loro e interpreterà -con tutta l'idiozia di cui è capace- la loro vita. Io lo troverei frustrante, da mal di pancia. Una truffa perpetrata nei miei confronti da parte della società degli spettacoli, che dopo aver asservito la mia vita, se ne appropria per degradarla ulteriormente, privandola di quel briciolo di autenticità che gli rimaneva nella sua intimità, nel suo non detto, nel suo vortice caotico.

domenica 2 ottobre 2011

Occupy Wall Street

Dato che qualsiasi cosa sarebbe meglio del sistema attuale... beh, riversatevi nelle strade! Follow them here

per un'economia psichedelica

http://econc10.bu.edu/economic_systems/economics_system_frame.htm non è un sito ma un favoloso trip lisergico nel mondo della storia e del pensiero economico. Sperimentate.

precisamente

‎"L'esito attuale della crisi della cultura moderna è la decomposizione ideologica. Non si può più costruire niente di nuovo sulle rovine, e il semplice esercizio dello spirito critico diventa impossibile, quando ogni giudizio entra in collisione con gli altri ed ognuno si riferisce a frammenti di sistemi obsoleti o ad imperativi sentimentali personali." Qui il testo completo

it's what i do

La teoria neoclassica dell'equilibrio economico generale è la più grande macchina di Rude Goldberg che l'accademia sia mai riuscita a produrre.