domenica 27 novembre 2011

meccanica celebrale

Stanotte, tanto per cambiare, l'ho sognata. I miei sogni riflettono le mie ossessioni del momento: sogno lei, l'altra, il relatore. Da qui un principio di insonnia: nemmeno nel sonno riesco ad avere un qualche tipo di pace, di svago. Ormai non ricordo più a cosa pensavo prima di questi tre elementi. Perché, poi, i momenti di serenità o gioia non si traducono mai in ossessioni, ma svaniscono con un soffio non è dato saperlo. Che beffa. Come per Schopenhauer, sembra di stare in un perpetuo oscillare tra la noia e la sofferenza. Ma va bene così. Ogni tanto qualche cosa di bello non manca di farci visita.
Tornando al sogno, è chiaro che il mio corpo sta tentando di rigettarla, di chiudere il conto una volta per tutte: nel sogno era ingrassata, con i capelli tagliati cortissimi che le conferivano un aspetto trasandato e malato, quasi spaventoso. Quando il lato razionale non è riuscito ad allontanarci da ciò che ci è diventato deleterio, ci prova l'inconscio attraverso basilari istinti corporei. Talvolta ci riesce, persino; rilasciandoci un'impressione talmente forte da rimanerci incollata anche una volta svegli. Un po' aiuta, innegabilmente.
Questo fenomeno, che ho riscontrato più volte, da una parte mi intristisce: in un certo senso mostra quanto casuali, ingiustificati, incontrollabili siano le nostre emozioni e i nostri giudizi. Quanto sia vano crederli oggettivi, quanto sfuggano al nostro dominio. D'altra parte è rassicurante sapere che la nostra mente, volenti o nolenti, tenta di imboccare la strada della guarigione. Il buon sonno ristoratore.

mercoledì 23 novembre 2011

Questo non è un saggio

A che serve la letteratura. Fra le tante cose, serve a sfogare sulla carta i nostri eccessi, a svuotarci prima di raggiungere un punto di rottura. Ci ristora come un buon pianto da uno stato di agitazione febbrile. Sono convinto che Goethe abbia fatto tirare una pallottola alla tempia a Werther per non doverlo fare lui stesso. Come avviene? Per poter essere trascritte, le nostre emozioni-pensieri devono passare per un processo di razionalizzazione, che ha l'effetto di rallentarle. Questo ci dà il tempo di prender fiato, crea delle distanze fra queste e il resto di noi. E' un processo ambiguo: per certi versi ce le estranea, per altri versi ne garantisce una più lunga durata. Comunque, cominciamo ad esercitare su di esse un certo dominio. Ma vi è un rischio. L'analisi che cominciamo a intraprendere non è sempre imparziale e potremmo cadere nella tentazione, con l'arte romantica, di idealizzare quella parte di noi stessi, di darne una connotazione estetica abbastanza forte da impedirci di difenderci adeguatamente da sentimenti negativi, autodistruttivi, come l'accidia. Non a caso, la bellezza del personaggio "negativo" Werther ha scatenato il noto "effetto Werther", un'ondata di suicidi per tutta Europa. Bisogna evitare di essere troppo compiacenti con noi stessi, dobbiamo invece inebriarci di uno spirito critico dotato di una logica inesorabile, anche se ciò può sembrare avvilente.

mercoledì 9 novembre 2011

pericoloso non intenzionale

Quando ascolto (vivo) la musica in auto, vado su di giri. In tutti i sensi.

space is deep, hawkwind.

L'universo è profondo quanto ne riesci a contenere. varianti: l'universo è profondo quanto sei disposto a contenerlo. l'universo è profondo finché non scoppi. la vita è profonda quanta ne sopporti.